Una nebbia di molecole per purificare l’aria
di Letizia Gabaglio
Intuito e perseveranza. Sono gli ingredienti della storia di chi ha saputo guardare lontano, addirittura nello spazio, e capire che un’idea può avere molte applicazioni; e poi provare e riprovare per dimostrare che quella soluzione immaginata era davvero quella buona. A guardare nello spazio, o meglio alle ricerche condotte dalla Nasa, è stato Bruno Spoladore, imprenditore padovano che nel 2010 ebbe un’intuizione: la tecnologia sviluppata per rendere i vettori spaziali abitabili da uno o più essere umani, con aria quindi respirabile e continuamente sanificata, poteva servire anche a Terra. Il compito, non banale, era quello di creare un prodotto da poter usare su superfici certo più ampie di quelle di un abitacolo della Nasa, in condizioni di volta in volta diverse a seconda del tipo di patogeni o inquinanti che si volessero eliminare. Per farlo ha fondato una società, Pureairion, che ha lavorato 10 anni alla messa a punto di un sistema ottimale. Il cuore pulsante della tecnologia è il biossido di titanio, la cui potenza di disinfezione è tre volte quella del cloro, e 1,5 volte quella dell’ozono. Una pulizia che elimina virus e batteri senza danneggiare né le persone, né gli animali domestici. Caratteristiche che in queste settimane di allarme per il nuovo coronavirus, Sars-Cov-19 hanno reso chiaro a tutti che l’innovazione nata per lo spazio ha una concreta applicazione sulla Terra: in Cina, nei giorni di massima allerta, l’azienda italiana che produce questi macchinari ha potuto riaprire i suoi stabilimenti proprio perché grazie alle unità di sanificazione Pureairion era in grado di garantire un ambiente sterilizzato e salubre.
La tecnologia sfrutta un fenomeno naturale, la fotocatalisi: quello che succede cioè quando una sostanza, detta fotocatalizzatore, modifica, attraverso l’azione della luce (naturale o artificiale), la velocità di una reazione chimica, imitando la fotosintesi clorofilliana. Il suo processo chimico, infatti, è un’ossidazione, che induce la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche. “Abbiamo studiato per dieci anni il perfezionamento del nostro sistema di purificazione delle superfici. Utilizziamo una tecnologia di nuova generazione che non si basa su filtri o sull’attraversamento dell’aria mediante purificatori, ma sulla produzione di una coltre di ossidanti ridondanti che sanificano le superfici e l’aria, nonché eliminano gli inquinanti”, spiega Giovanni Mastrovito, fisico con specializzazione in nanotecnologie e direttore scientifico di “PureAirIon”. In gergo i ricercatori parlano di “drogare” la superficie di biossido di titano con Nichel, Rame, Argento, Oro, Rodio, in modo che, quando la superficie viene colpita da raggi UV, in tempo brevissimo si formano ioni idrossido e radicali, idroperossidi come l’idrogeno e radicali perossidi, che insieme alle radiazioni aumentano l’effetto germicida. Si forma così una nebbia di molecole catalitiche che sanificano non solo le superfici, ma puliscono in maniera spettacolare l’aria, dimostrandosi in grado di uccidere un’ampia gamma di batteri Gram-negativi e Gram-positivi, funghi filamentosi e unicellulari, alghe, protozoi, virus e batteriofagi. “Miliardi di queste molecole altamente ossidanti vengono create in miliardesimi di secondo, producendo una cascata di reazioni di ossidazione e diffondendo una fitta rete di molecole (ROS – Reactive Oxygen Species)”, prosegue Mastrovito. Sono proprio i ROS a erodere la parete cellulare e della membrana di questi patogeni, distruggendoli. “Nel caso dei virus, e anche del Sars-CoV-2, i ROS provocano il collasso della componente lipidica, lo sfaldamento del doppio strato di fosfopolidi, l’inattivazione di numerose glicopoteine e di quelle che si interpongono tra il pericapside e il capside. Così i radicali idrossile, gli anioni superossido, e H2O2 riescono a entrare nel virus e danneggiare macroscopicamente lo stesso RNA e alterare la struttura chimica delle proteine, rendendolo di fatto inattivo”, spiega Mastrovito.
Attraverso la nuova tecnologia viene prodotta una coltre di ossidanti che, grazie all’azione di luce ed umidità dell’aria, attiva la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche nocive: è un fenomeno assolutamente naturale, simile a quanto si verifica durante un temporale. Una tempesta perfetta in grado di rendere priva di odori, respirabile e sana l’aria di grandi spazi chiusi o semi chiusi: grazie al lavoro di Pueriarion, infatti, la tecnologia AHMPP (Photo Promotore Molecolare Avanzato Idratato), quella sviluppata dalla Nasa per la sua prima missione spaziale e via via migliorata negli ultimi 10 anni, anche in Italia dai ricercatori padovani, è stata racchiusa dentro un guscio studiato ad hoc per ottimizzare il flusso d’aria in entrata e in uscita, che permette di areare superfici limitate come una stanza di hotel o grandi spazi come supermercati o caseifici, e ancora aeroporti.
“Negli scorsi anni lo abbiamo provato in moltissimi tipi di aziende diverse e anche in ambienti medico-sanitari, dagli studi odontoiatrici ai reparti di rianimazione. Così abbiamo ottimizzato la potenza del sistema rispetto ai metri cubi dell’ambiente e il numero di umani che lo abitano”, va avanti Mastrovito. Una volta messi insieme tutti questi pezzi, Pureairion ha stretto una partnership con Idrobase, azienda sempre di Padova, che ha iniziato la industrializzazione del prodotto. Insomma, se è vero che il brevetto è made in Usa, tutto il lavoro fatto in Italia per migliorare le performance e soprattutto renderle adatte al nuovo uso che se ne voleva fare ha permesso a questo nuovo sistema di purificazione dell’aria un gioiello di innovazione made in Italy oggi venduto e distribuito in tutto il mondo. L’intuizione è necessaria ma non sufficiente, a completarla ci vuole perseveranza.
SCHEDA
Azienda fondata nel 2013
Persone di riferimento: Bruno Spoladore CEO,
Giovanni Mastrovito – Direttore Scientifico
Sito: pureairion.com
Mail: [email protected]
Numero di brevetti: zero – è un segreto industriale
Dipendenti/collaboratori: 7 funzionari scientifici per tipo di ambiente – n. 45 dipendenti in partnership

