Il giornale spagnolo “El Pais” ha analizzato tre tipologie di trasmissione del Coronavirus nell’aria indoor e ha spiegato le migliori pratiche che minimizzeranno il rischio di infezione.
La rivista ha sottolineato che molti studi hanno dimostrato che parte dell’infezione da Sars-Cov 2 può verificarsi dopo uno stretto contatto diretto con persone positive al virus o esposte ad aerosol inferiori a 100 micron, particelle che possono diffondersi e accumularsi nell’aria. El Pais ha inoltre evidenziato che la comunità scientifica non crede che ci sia rischio di infezione solo quando affrontiamo una persona che tossisce o starnutisce: anche in un ambiente chiuso per lungo tempo, una persona infettata che parla può aumentare questo rischio.
El Pais ha anche citato un articolo pubblicato sulla rivista Science che ha sottolineato come le particelle di aerosol si accumulino nell’aria in uno spazio chiuso. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC) è più cauto e parla invece di casi rari.
Il quotidiano spagnolo ha cercato di utilizzare un modello di calcolo sviluppato dal professor Jose Luis Jiménez dell’Università del Colorado per calcolare il rischio di infezione in un ambiente chiuso. El Pais afferma: “La precisione del modello non è completa perché si fonda su numeri ancora abbastanza incerti”. Le pagine della rivista mostrano i grafici di tre situazioni molto comuni in cui possono verificarsi infezioni: incontri con amici o parenti nel soggiorno di casa; un drink in un bar o ristorante; e a scuola in classe.
- Bar / Ristorante: El Pais presume che ci siano 15 clienti e 3 dipendenti in una stanza con la porta chiusa e senza ventilazione meccanica. Nel peggiore dei casi, 14 clienti saranno infettati dopo quattro ore a causa della totale mancanza di dispositivi di protezione e misure preventive. Se tutti indossassero dispositivi di protezione, l’infezione sarebbe ridotta a 8 persone.
- In casa: El Pais presume che ci siano 6 persone nel soggiorno e una di loro sia infettata da Sars-Cov. In questo caso, nonostante una distanza di sicurezza, senza maschere e adeguata ventilazione, la persona infetta potrebbe comunque diffondere il virus ad altre persone entro 4 ore. Nel caso di utilizzo di una mascherina, l’infezione verrà ridotta da 5 a 4 persone, ma a causa dell’esposizione prolungata al virus, l’infezione si verificherà comunque.
- Scuola: El Pais presume che ci siano 24 studenti in classe. Il rischio maggiore si verifica in un’aula non ventilata in cui la persona infettata è un insegnante. In questo caso, se non ci sono misure di sicurezza, il virus impiegherà 2 ore per infettare 12 persone. Anche in questo caso l’utilizzo di maschere può ridurre notevolmente il rischio di diffusione del virus (da 12 persone contagiate dal virus a 5 persone), ma non può essere completamente eliminato.
Quale soluzione per ridurre il contagio?
Secondo alcuni ricercatori una soluzione potrebbe essere la ventilazione delle aule. Infatti quando si aprono le finestre può essere ridotta parte della carica microbica. Il problema è che questa operazione, durante la stagione invernale, può essere eseguita prima e dopo le lezioni ma non mentre gli studenti si trovano in aula. I ragazzi infatti, esposti a continui sbalzi di temperatura, potrebbero esporre a stress il sistema immunitario, finendo con l’ammalarsi, ottenendo il risultato opposto a quello desiderato.
Sarebbe probabilmente più opportuno dotarsi di sistemi di sanificazione dell’aria da utilizzare in ambienti chiusi o in ambienti in cui non è possibile ventilare frequentemente per la presenza di occupanti all’interno.